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27 novembre 2025

Danilo Rea porta l’Opera in Jazz a Singapore

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AGI - C'è tanto in comune tra l’opera lirica e il jazz. Così tanto che qualcuno, come Danilo Rea, è riuscito a fondere i due generi musicali, apparentemente molto distanti, in un'unica espressione artistica. Lo spettacolo ormai di fama internazionale "La Grande Opera in Jazz" arriva a Singapore, al Victoria Concert Hall, il prossimo 17 dicembre, con tutta la sua carica provocatoria. “Sia il jazz che la lirica sono musiche che nascono dal basso. I giovani di fine ottocento fischiettavano le arie della lirica per strada. Il jazz nasce nel mondo afroamericano. Parliamo naturalmente di due culture e periodi storici molto diversi ma esiste una matrice comune, un comun denominatore che è quello della matrice popolare” dice Danilo Rea a pochi giorni dal concerto.

Organizzato dall'Ambasciata d’Italia a Singapore e prodotto dall'Associazione Globart, dal Saint Louis College of Music e da Altenburg Arts, per commemorare 60 anni di duraturi legami diplomatici, culturali ed economici tra Italia e Singapore, il concerto vuole stupire il pubblico con performance del tutto indette. A chi, ad esempio, non piacerebbe ascoltare “dal vivo” le grandi voci del passato dell’opera italiana, come Maria Callas, Mario Del Monaco, Enrico Caruso, Tito Schipa o Beniamino Gigli? Ebbene, “durante il concerto sarà possibile ascoltare registrazioni autentiche, storiche, estrapolate dai vinili della Discoteca di Stato, con alcune tecnologie professionali ma in fondo piuttosto accessibili. Brani registrati su vecchi grammofoni, suoni talvolta gracchianti ma carichi di suggestioni. E’ un’idea di Roberto Grossi, direttore artistico, e Stefano Mastruzzi, Presidente del Saint Louis College of Music. Su queste voci, improvviserò le arie dell’opera in chiave jazz, seguendo il flusso imprevedibile delle suggestioni.”

Un diploma classico al celebre Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, Danilo Rea è un musicista attivo nella scena jazz italiana e mondiale fin dal suo debutto nel 1975. Come pianista ha collaborato con i più importanti cantautori italiani: da Mina a Gino Paoli. Collabora con Claudio Baglioni, Pino Daniele, Domenico Modugno, Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano.  Sono stati al suo fianco sulle scene internazionali anche grandi nomi del jazz come Chet Baker, Lee Konitz, Art Farmer, John Scofield, Joe Lovano, Mimmo Cafiero, Phil Woods, Curtis Fuller e Kenny Wheeler.

E l’improvvisazione, anima del jazz, è una cifra che caratterizza profondamente Rea. “Amo uscire dal seminato, dallo spartito musicale, amo sperimentare, curiosare. Ogni spettacolo che stiamo portando in giro per il mondo è unico e irripetibile. Accompagnato da filmati d'archivio e proiezioni visive contemporanee. L’intenzione è quella di accompagnare lo spettatore in uno spettacolo interattivo, visivo e sonoro, arricchito dalla proiezione di video con immagini di repertorio, registrate in bianco e nero, insieme a suggestive e originali opere d'arte contemporanea. Non esiste una durata prestabilita per il concerto. Sarà una sorpresa per tutti, a partire da me.”

Dall'impeto drammatico di "Nessun Dorma" alla purezza lirica di "Casta Diva", la performance vuole affascinare sia gli amanti dell'opera di lunga data che i nuovi arrivati. Forse anche i più giovani? “L’opera ha cambiato volto profondamente in centocinquanta anni di vita. Purtroppo i giovani oggi sono spesso molto lontani. Da musica popolare oggi è diventata musica di nicchia. Pochissimi giovani ascoltano l’opera e sarebbe bello cercare di avvicinarli a un genere che è profondamente italiano e identitario, parte delle nostre radici. Il mio è anche il tentativo di allargare il cerchio degli appassionati. Spero di riuscirci.”

 

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