Nessuno mette più in discussione le potenzialità delle tecnologie informatiche tridimensionali e dei sistemi di realtà aumentata per creare esperienze immersive e facilitare la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale. Grazie all’innovazione tecnologica, oggi è di fatto possibile far rivivere il passato e attraversarlo come a bordo di una fantomatica macchina del tempo. Realizzare un sogno che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo accarezzato. Viaggiare a volo d’uccello sulla Roma imperiale, assistere a una battaglia navale nel Colosseo.
Camminare nell’antica Pompei prima della micidiale eruzione del 79 d.C. o visitare la famosa Casa del Fauno, ai tempi di Publio Silla. Questi sono una minima parte degli oltre cento progetti multimediali prodotti da Altair4 Multimedia, società creativa italiana fondata nel 1995 da Alessandro Furlan, Pietro Galifi e Stefano Moretti e concepita come una vera e propria bottega d’arte, dove le diverse discipline tecnologiche e artistiche interagiscono in un dialogo continuo e coordinato per avvicinare il passato al presente. Un laboratorio dove architetti, archeologi, storici ed esperti del digitale da trent’anni producono e suscitano meraviglia: esperienze immersive realistiche che contribuiscono alla divulgazione della cultura.
«Nella tecnologia multimediale, Altair4 ha trovato un nuovo e più organico mezzo di comunicazione, dove la fusione di metodologie e discipline diverse come l’arte, l’architettura e l’archeologia, porta alla formulazione di nuovi linguaggi di sintesi e a una nuova comprensione del mondo in cui viviamo. La nostra passione per l’arte e l’architettura ha poi determinato la scelta dei temi su cui lavoriamo che sono principalmente legati al patrimonio culturale», spiega Alessandro Furlan direttore di produzione e socio fondatore di Altair4 Multimedia.
Lo raggiungiamo a Istanbul dove con Paolo Giulierini, già direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ha presentato uno degli esempi più riusciti di valorizzazione del patrimonio archeologico attraverso le nuove tecnologie: la “Pompei ritrovata”, un allestimento articolato in immagini, filmati e ricostruzioni 3D, che restituiscono la visione della città prima dell’eruzione e permettono allo spettatore, fra l’altro, di capire la reale posizione di Pompei rispetto alla costa e al Vesuvio e come vi vivevano gli abitanti di allora. Anche in questo caso, una ricostruzione fedelmente prodotta a partire dalle opere di Francesco Morelli e dal confronto virtuale tra l’edificio come era nel passato e come è oggi.
Furlan ce ne parla con trasporto. Con i soci e i numerosi consulenti che via via collaborano alle diverse produzioni Altair4 Multimedia, spiega, contribuisce a restituire l’architettura e l’archeologia come meraviglie: «Nello status della meraviglia, quello che gli antichi chiamavano stupor mundi, le sinapsi si attivano. Chi prova stupore, si trova in uno stato percettivo ampliato e amplificato che dà modo di vedere oltre, di percepire andando oltre al tuo quotidiano. E immaginare che non siamo solo soggetti di carne ma siamo anche “polvere di stelle”, capaci di sognare e progettare».
Altair4 ha nei suoi archivi un’ampia gamma di ricostruzioni archeologiche in 3D destinate a musei, produzioni televisive e web, video a 360° e 8K, realtà aumentata e App interattive per piattaforme iOS e Android. In Italia è conosciuta per la fortunata collaborazione con le trasmissioni di Piero e Alberto Angela. Un trampolino di lancio per un gruppo che negli anni ha realizzato prodotti anche per Bbc, France2 e 3, National Geographic e Discovery Channel.
Per grandi musei internazionali – fra gli altri, il British Museum e il Louvre – e per l’editoria, inclusa quella scolastica, italiana e straniera. Una delle sue ultime produzioni, la ricostruzione video della Casa del Fauno, sempre nell’antica Pompei, è stata selezionata per il TAC International Film Festival 2025 e sarà riproiettata negli Stati Uniti, in Oregon, il prossimo maggio. Furlan quasi si schernisce per questa ulteriore conferma e per il fatto che più della metà dei clienti attuali si trovi proprio all’estero. Non esita nel definire la passione l’ingrediente principale del successo e della longevità del gruppo. Passione che, per ogni diverso progetto, si sposa con un’alchimia di professionalità perché i team creativi del gruppo provengono da esperienze diverse nel campo dell’animazione, della computer grafica, dell’informatica, del design e della produzione televisiva. Da qui l’approccio innovativo alla creazione di prodotti digitali dove gli strumenti tecnologici avanzati servono a tessere un dialogo continuo tra passato e presente, il tratto caratterizzante di tutte le produzioni.
«Con il nostro lavoro realizziamo ogni giorno il nostro amore per la fotografia, il video making, la computer grafica, l’innovazione ma anche la passione per il passato e per il viaggio nel tempo. A studio abbiamo più di 2000 libri solo di architettura e archeologia che è un po’ un’anomalia per un’azienda che vuole essere una software house. Ma la verità è che non ci reputiamo softwaristi pur realizzando prodotti ipertecnologici». Furlan, che è uno psicologo di formazione, ha fondato la società con due architetti, Galifi e Moretti.
Nello zoccolo duro di Altair4 non figura neppure un ingegnere: «In effetti ci consideriamo più degli umanisti deviati alla tecnologia e alla ricerca. Le nostre ricostruzioni archeologiche, infatti, hanno sempre basi scientifiche e seguono metodi rigorosi. Possiamo partire da un rilievo di una pianta e poi, con l’ausilio di fonti storiche e avvalendoci della consulenza di archeologi, università e sovrintendenze, ricostruiamo un grande “puzzle”, ovvero rimettiamo insieme i resti di un naufragio storico, saccheggiato nei secoli, per carpirlo e riportarlo in vita. Quindi ricostruiamo la memoria visiva in tutte le sue declinazioni, per attivare sensibilità e curiosità».
Un capitello per terra, per esempio, potrebbe sembrare poco più di una “scoria” del passato a un ragazzo della Gen Z. Ma con i sistemi di realtà aumentata e il supporto visivo veicolato su media di uso quotidiano come il display dello smartphone o del tablet, torna a essere la base di una colonna che sorregge un tempio o un’antica domus.
"Nello status della meraviglia, quello che gli antichi chiamavano stupor mundi, le sinapsi si attivano. Chi prova stupore, si trova in uno stato percettivo ampliato e amplificato che dà modo di vedere oltre, di percepire andando oltre al tuo quotidiano. E immaginare che non siamo solo soggetti di carne ma siamo anche “polvere di stelle”, capaci di sognare e progettare"
«Quel capitello non è più solo una scoria del passato, ma diventa un tassello della memoria. Non un surrogato della realtà, ma uno stimolo per comprendere di più e studiare di più. E, magari, se capisco quel tassello poi avrò anche voglia di proteggerlo, perché posso proteggere solo qualcosa che capisco e che amo». La massima aspirazione di Altair4 è quella di diventare strumenti per la comprensione del passato storico e archeologico, del nostro immenso patrimonio culturale. «Solo quando memoria e meraviglia riescono ad andare a braccetto la nostra missione può dirsi compiuta».